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Odontoiatria33: il parere ANTLO su uno “strano” dispositivo della Corte UE
Martedì 26 settembre, Odontoiatria33 ha riportato con dovizia di particolari la posizione ANDI sulla sentenza della Corte Europea “riguardante la possibilità per un odontotecnico maltese, qualificato nel Regno Unito come Clinical Dental Technician, di esercitare questa professione in un paese europeo in assenza di un riconoscimento formale della professione stessa.”
Riesce difficile districarsi con reale cognizione di causa su quanto commentato da ANDI (vedi all.) circa il dispositivo della citata sentenza, dispositivo che non viene riportato integralmente, né sono a nostra conoscenza tutti i dettagli della vicenda, anche perché al termine della nota ANDI si esplicita che “i ricorrenti non hanno mai chiesto esplicitamente l’accesso parziale alla professione di dentista” (?).
Al di là di tutto, l’occasione comunque è valsa al Presidente Maculan per precisare quanto segue: “Quanto riportato dal comunicato ANDI in ordine alla decisione della Corte di Giustizia Europea sull’accesso parziale alla professione odontoiatrica da parte di un odontotecnico maltese qualificato Clinical Dental Technician evidenzia ancor più la giustezza delle argomentazioni poste alla base della richiesta di profilo. Gli odontotecnici italiani, infatti, non sono qualificati come CDT, né tanto meno hanno mai richiesto tale qualifica, men che meno hanno mai richiesto l’accesso sia pur parziale alla professione odontoiatrica.”
“Giova a tal fine rammentare che il testo di profilo dell’odontotecnico – continua Maculan – afferma in modo chiaro e incontrovertibile che “all’abilitato a norma di legge all’esercizio dell’odontoiatria è riservato in via esclusiva ogni atto diagnostico, clinico e terapeutico” e che lo stesso odontotecnico può collaborare con l’odontoiatra agli atti di verifica di congruità dei dispositivi “solo su richiesta, alla presenza e sotto la responsabilità dell’odontoiatra”. Testi approvati e condivisi nel 2001 sia dal Presidente CAO, dott. Renzo, sia dall’ANDI”
“Successivamente abbiamo dovuto sopportare per molto tempo – conclude il Presidente ANTLO – l’incredibile e assurda tesi secondo la quale con il profilo gli odontotecnici intendevano introdurre la figura dell’odontoprotesista, sorta di novello Sarchiapone, tesi talmente conclamata da essere acquisita come realtà fattuale nel mondo odontoiatrico, tanto da prefigurare per i noti propalatori di falsità la fattispecie del reato di traffico di influenza.”
E su quest’ultimo argomento, la propalazione di fatti e dati infondati, potremo citare certi risultati di certe indagini che facevano dedurre l’esistenza di ben 15.000 abusivi in odontoiatria, mentre siamo riusciti a far emergere – dopo un estenuante e poco dignitoso braccio di ferro – l’inattività sostanziale del sistema ordinistico per contrastare il fenomeno del prestanomismo che favorisce, copre e sfrutta l’abusivismo in odontoiatria.
Secondo i dati forniti da CAO Nazionale si attivano in media annualmente meno di un procedimento disciplinare per ogni Ordine Provinciale nei confronti degli iscritti all’Albo degli odontoiatri, procedimento che non riguarda esclusivamente il prestanomismo.
Sic transit gloria mundi!