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INTERVISTA A: GABRIELE BARBAROSSA
Gabriele Barbarossa Segretario nazionale occupa un ruolo determinante ed estremamente delicato all'interno di Antlo. La prima domanda è comune a tutti i dirigenti nazionali.
Vorrei sapere qual è la tua opinione sulla situazione attuale dei laboratori odontotecnici italiani?
È molto preoccupante. I laboratori odontotecnici italiani sono strutturati come ditte individuali gestite da un titolare o con un dipendente, e pochissimi sono strutturati in forme associative come avviene in altri paesi europei. La crisi che stiamo vivendo ha penalizzato di più laboratori gestiti dal solo titolare con un calo di oltre il 20% di lavoro, al contrario i laboratori organizzati e strutturati in maniera diversa, stanno contenendo la crisi. Alcuni dati parlano chiaro, e mi riferisco allo studio di settore ultimo disponibile relativo all’anno 2009. I laboratori odontotecnici in attività erano 13.183 rispetto ai 15.326 dell’anno 2002, di conseguenza anche gli addetti hanno subito un calo. Dagli ultimi dati in nostro possesso il numero di laboratori in attività sono intorno ai 10.000.
Nel 2009 c'era stata già una riduzione del fatturato del 14% e nel 2010 più della metà dei laboratori ha dichiarato un ulteriore calo di lavoro.
Al contrario, la burocrazia e i costi sono aumentati, le nostre entrate sono diminuite e molte realtà hanno dovuto chiudere, visto che le banche con l’entrata di Basilea 3 non erogano più prestiti e mutui come prima. La conclusione è che molti laboratori hanno deciso di soccombere e trovare altre forme di lavoro alternative. Abbiamo un altro problema, che è quello del ricambio generazionale, visto che allo stato attuale solo lo 0,8% dei diplomati prosegue, dopo l’abilitazione, a svolgere il nostro lavoro. Antlo, come sindacato di categoria, è stata lungimirante nel percepire le problematiche di una crisi che via via si faceva sempre più incalzante, e dalla quale, allo stato attuale, non sappiamo quando e in che modo ne usciremo. Pur non avendo certezze, tuttavia, ha provato a dare alcune risposte e a indicare delle strade da percorrere, sostenendo da tempo l’aggregazione di odontotecnici in società, in contenitori come i consorzi ecc…, e i progetti come Produci Italiano, i Cal, Protesi Sicura.
Con l'elezione del nuovo consiglio nazionale il tuo incarico è passato da segretario culturale a segretario nazionale. Come hai vissuto questo cambiamento? Ti sei adattato velocemente al nuovo incarico?
Ho ricoperto l’incarico di segretario culturale nazionale dal 2007 al 2011, ereditando un comparto culturale che era stato sempre il fiore all’occhiello della nostra associazione e partendo da zero. Con l’aiuto di tutti abbiamo varato il progetto AntloFormazione, che ha proposto una congressualità innovativa, dov'è stato esaltato un nuovo modo di fare formazione: Conoscere, Trasmettere, Interagire e Acquisire. Nel settembre scorso ho lasciato questo importante incarico per assumerne un altro altrettanto rilevante, nella consapevolezza di avere testardamente contribuito, insieme a tutti i docenti, alla rinascita del nostro comparto culturale, che adesso è una realtà affermata nel panorama nazionale e internazionale.
La mia elezione a segretario politico nazionale mi ha fatto piacere e mi riempie di orgoglio, però non nascondo la forte responsabilità che riveste il nuovo incarico perché Antlo ha sempre avuto dei “grandi Segretari Nazionali”, che hanno contribuito a fare grande l’Associazione, ai quali vanno il mio ringraziamento e la mia gratitudine. Non ho avuto il tempo di riflettere, di adattarmi al nuovo ruolo, perché ho dovuto subito mettermi al lavoro per capire, ristrutturare e migliorare l’organizzazione esistente e nello stesso tempo portare avanti le varie problematiche a livello politico sindacale.
Quanto tempo dedichi ad Antlo? Come si svolge la tua attività per l'associazione?
Attualmente il tempo che dedico ad Antlo non riesco a quantificarlo, perché mi assorbe molto, comunque dalle quattro alle sei ore al giorno. Tutto ciò mi costringe a dover lavorare nel mio laboratorio anche nelle ore notturne per recuperare, per cui la mia giornata di lavoro complessivamente è in media tra le dodici e le quattordici ore.
La mia attività per l’associazione si svolge lavorando in stretta sinergia con la nostra segreteria nazionale che ringrazio per “sopportarmi” e supportarmi nel lavoro quotidiano, che consiste nel seguire le corrispondenze, la parte operativa della segreteria, le relazioni con le istituzioni italiane ed europee, i rapporti con le altre associazioni odontotecniche e mediche, i rapporti con i segretari e le segreterie delle strutture territoriali, la rappresentanza nelle commissioni, non ultima quella sul profilo, tutta la parte organizzativa dell’associazione, ecc….
Come vedi il futuro dell'associazione? Come vedi l'evolversi della professione odontotecnica?
Il futuro della nostra associazione lo vedo roseo, nonostante il momento difficile che stiamo attraversando, dove si parla di crisi delle associazioni e dell’associazionismo in generale. Tale crisi è dovuta principalmente alla scarsa cultura associativa delle persone che le rappresentano, alla poca trasparenza delle regole, ai conflitti d’interesse. Noi come Antlo abbiamo affrontato e analizzato questi temi. Ci siamo riorganizzati dandoci delle regole trasparenti, un codice etico, rinnovandoci nelle persone. In Antlo l’associazione è fatta da odontotecnici per odontotecnici, dove il collega non è un numero, ma è una risorsa importante in termini di idee, di progettualità da portare avanti, cioè “un protagonista della propria associazione”. Come responsabile del tesseramento posso affermare con grande soddisfazione che in un tempo di crisi associativa a oggi il numero degli associati è aumentato del 32% rispetto al 2011. Antlo ha sempre creduto nell’aggregazione, uniti si conta di più rispetto a essere soli e sulla base di questa riflessione credo che in futuro Antlo si dovrà far promotrice della costituzione di un’unica associazione di rappresentanza odontotecnica, italiana, forte e autorevole, fatta da odontotecnici per gli odontotecnici italiani.
La nostra professione si sta evolvendo grazie all’avvento delle nuove tecnologie, per cui oggi le imprese odontotecniche vivono la necessità di nuovi equilibri, sono impegnate nella competizione e nell’innovazione in un contesto internazionale, dove è riconosciuta una correlazione sempre più stretta tra competitività e competenze.
La ricerca e la formazione sono importanti perché consentono da una parte di innovare i prodotti e i processi e di utilizzare al meglio le tecnologie, e dell’altra di migliorare le risorse umane. Il progresso tecnologico non lo possiamo fermare, ma dobbiamo imparare a gestirlo, perché la componente umana con i suoi saperi è ancora fondamentale. Antlo deve far coesistere la difesa dello spazio professionale sempre più aggredito, con un’evoluzione tecnologica che vada di pari passo con la regolamentazione del nostro profilo professionale ancora legato al Regio Decreto del 1928.