ottobre

IAm2018: i dati di key-stone e le riflessioni di Marin in una intervista
Roberto Rosso ha illustrato dati estremamente significativi nella relazione che ha aperto il 1° Memorial Dino Malfi a International ANTLOmeeting nella sessione di sabato 29 settembre. Su questi dati abbiamo posto al Presidente ANTLO, Mauro Marin, alcune domande che riguardano da vicino la stessa “agenda sindacale” dell’Associazione.
Quali conclusioni di carattere generale hai tratto dalla relazione e dai dati illustrati da Roberto Rosso?
“Le prime sono quelle più generali. Abbiamo fatto più che bene ad invitare Roberto Rosso al nostro Meeting per portare a conoscenza di una platea particolarmente attenta, fatta non esclusivamente di odontotecnici, certi dati di particolare importanza. Altrettanto bene abbiamo fatto ad invitare ancora una volta Roberto Rosso ad una nostra iniziativa, dopo la precedente occasione al Convegno ANTLO all’Auditorium del Ministero dell’aprile 2016. I dati ci servono per verificare la giustezza delle nostre linee di politica sindacale.”
In quale ottica servono i dati per determinare e /o verificare la giustezza delle politiche sindacali.
“Voglio rammentare che ANTLO ha avuto un deciso salto di qualità nell’elaborazione e nella definizione delle linee di politica sindacale dal momento che ha fondate queste sulla base di dati inoppugnabili della realtà del nostro contesto di riferimento e soprattutto dei suoi trend, abbandonando l’empirismo (inteso nel senso di “superficialità dovuta a scarsa informazione o a mancanza di approfondimento”) del passato, fondato essenzialmente da intuizioni personali o come portato di considerazioni di stretta convenienza contingente. Si riconferma – e non c’erano dubbi – la validità del metodo adottato”
Entrando più nel merito delle cose.
“Mi riferisco alle elaborazioni e conclusioni oggetto del Convegno alla Camera dei Deputati del giugno 2014, del Congresso Politico di Assisi dell’ottobre 2014, della Manifestazione con sit in davanti al Ministero del maggio 2015, del Convegno all’Auditorium del Ministero della salute dell’aprile 2016, ma anche dei dibattiti in International ANTLOmeeting 2017 sul Regolamento UE e della Tavola Rotonda su “Gli orizzonti del dentale in Italia”. Un grande patrimonio che ho ereditato e che tento come Presidente non solo di custodire gelosamente ma anche di sviluppare. Tutti questi momenti e le relative conclusioni si sono sempre basate sull’elaborazione dei dati oggettivi in nostro possesso che hanno portato a determinare le priorità della nostra piattaforma sindacale, ribadita sia pur per memoria dallo stesso moderatore nella Tavola Rotonda del Memorial Malfi di sabato 29 febbraio:.” difesa dello spazio professionale, incentivazione degli accessi alle cure come condizione per portare maggior lavoro sui banchi dei laboratori e poi, il profilo professionale. I dati illustrati da Roberto Rosso su indagini al 31 dicembre 2017 confermano ancora una volta la giustezza delle nostre impostazioni.”
Ma il “profilo” riscuote ancora molto appeal, considerando che rappresenta il “core business” e quindi quasi l’esclusivo obiettivo delle altre Associazioni odontotecniche.
“Non mi permetto di sindacare le scelte strategiche delle altre Associazioni odontotecniche. Noi non abbiamo affatto abbandonata la battaglia per un sostanziale ammordernamento della disciplina principe che regolamenta la nostra attività. Ed il fatto che la platea della Tavola Rotonda di sabato scorso ha tributato un applauso al moderatore quando ha menzionato questo aspetto è sicuramente significativo. Ma da un lato non ci appassionano le dispute cui stiamo assistendo se il corso di laurea per gli odontotecnici debba collocarsi nella Facoltà di ingegneria o in quella di Storia e Filosofia, né altre pregiudiziali nominalistiche se l’operatore odontotecnico debba essere ricompreso nelle professioni sanitarie o, addirittura come abbiamo perfino letto, nell’ambito delle attività tecnico-artigianali che peraltro non hanno alcuna rilevanza giuridica né sostanziale. Dall’altro, rifiutiamo a priori certe pregiudiziali ideologiche di fonte odontoiatrica che spesso sembrano poggiarsi sulla assoluta non conoscenza neanche del testo da tempo ahimè immemore al vaglio istituzionale.Vorremmo in altri termini un approccio più pragmatico, meno nominalistico e ideologico, soprattutto adeguato alla realtà e alle sue probabili evoluzioni”
Poste queste premesse, quale è l’impostazione ANTLO sul profilo?
“Abbiamo un doveroso rispetto per le posizioni assunte dalle altre tre Associazioni odontotecniche (CNA-SNO, Confartigianato Odontotecnici e CIOd)e nella sede appropriata, come abbiamo promesso nel nostro ultimo incontro unitario, illustreremo la posizione ANTLO sul profilo. Non ravvediamo l’opportunità di illustrarla in questa sede, pubblicamente, prima di averla illustrata e discussa con i colleghi delle altre Associazioni. Vorrei rammentare – se ce ne fosse bisogno - che il profilo, essendo la principale regolamentazione della nostra attività, non è patrimonio di una singola Associazione, ma patrimonio generale dell’intera categoria. Nella sede unitaria vanno quindi definite le strategie e le conseguenti iniziative. In tal senso contiamo di definire nelle prossime settimane un appuntamento con le altre tre Associazioni odontotecniche per esaminare l’intera questione”
Ritornando ai dati illustrati da Roberto Rosso.
“Il mio predecessore alla Presidenza ANTLO, Massimo Maculan, soleva usare una nota frase latina (Primum vivere, deindephilosophare) per spiegare le nostre priorità che derivano sempre dall’elaborazione di dati oggettivi e che trovano un’ennesima conferma da quanto illustrato da ultimo da Roberto Rosso. A nostro parere gli odontotecnici debbono innanzitutto preoccuparsi di “sopravvivere” alle conseguenze della rivoluzione tecnologica in atto che abbiamo tentato di spiegare in più sedi e tempi e per la quale non è possibile prevedere a quale approdo giunga, salvo affermare che è sempre più in pericolo lo spazio dell’odontotecnico.
Arginato tale processo, dobbiamo poi tentare di incrementare i volumi di lavoro e quindi dedicarci alle altre priorità. Per ridurre drasticamente le perdite ed ottimizzare le potenzialità non c’è bisogno nel nostra caso di studiare Von Clausewitz per definire le strategie migliori. Ripeto: non abbandoniamo affatto la battaglia del profilo, vorremmo solo collocarla nel contesto attuale e in quello che i trend oggettivi ci riservano.”