25
settembre

L’ultimo saluto di Nicola Pilla: un messaggio di amore per la sua ANTLO

All'indomani del nostro International ANTLO Meeting, riteniamo doveroso condividere con tutti voi un momento che ha toccato profondamente i nostri cuori. Poco prima di lasciarci, il nostro amato e compianto Nicola Pilla ci ha fatto sentire ancora una volta la sua vicinanza, inviandoci una lettera di saluto che aveva scritto proprio per partecipare, anche se a distanza, al nostro evento.
Non sappiamo se sia stato un caso, ma quelle parole giunte poche ore prima della sua scomparsa, le vogliamo considerare come un vero e proprio testamento morale. La lettera raccoglieva tutto ciò che Nicola pensava della sua amata associazione e della nostra categoria. I suoi pensieri, così come i suoi insegnamenti e consigli, rimarranno per sempre l'eredità più bella che potessimo ricevere.
Nicola ci ha lasciato molto più di un semplice ricordo. Ci ha donato una visione, una passione e un impegno che continueremo a coltivare con dedizione, per onorare la sua memoria e tutto ciò che ha rappresentato per ANTLO.
 
Ciao a tutti, desidero trasmettere il mio saluto di benvenuto e l’augurio di un sicuro successo, grazie ai relatori e al direttivo, anche se sono amareggiato per non poter essere con voi.
Molti di voi non mi conoscono, così come conoscono poco di ANTLO, e mi fa piacere, in qualità di “nonno”, parlarvene.
Sono nato professionalmente insieme ad altri colleghi con URTLO negli anni ’70, dopo le delusioni degli anni ’60, durante il periodo dei "camici bianchi", e dopo lo scioglimento di APPO. Ci rendemmo conto che i colleghi, disuniti e inesperti, operavano in una concorrenza che danneggiava loro stessi e la nostra categoria. Era quindi necessario unirli, spiegare, fare gruppo, chiedere rispetto, il riconoscimento del nostro lavoro e il patrocinio.
Nel 1973 intervenimmo per ottenere l’esenzione IVA, e nel 1975 iniziammo le contrattazioni per il primo CCNL per odontotecnici. Nel 1977, ci affacciammo nella FEPPD con URTLO, ottenendo la vicepresidenza, come accadde in ANTLO. Eravamo in pochi e davamo poca affidabilità agli enti di nostro interesse, che ancora non ci conoscevano.
Ai convegni AMDI di Latina e Fiuggi, anche se eravamo in pochi, contestammo il divieto per i tecnici di accedere alle sale AMDI. Oggi questo è cambiato. Dovevamo necessariamente reclutare nuovi sostenitori, contattarli, illustrare il programma e invitarli a collaborare. All’epoca non c’era Internet e il servizio postale era l’unica risorsa valida.
In pochi acquistammo una vecchia macchina ciclostile e iniziammo a stampare il nuovo Laboratorio Odontotecnico, con il programma URTLO e altre notizie. A Piazza di Spagna, in una stanza a noi riservata, stampavamo e confezionavamo il più possibile durante la notte, per poi spedire tutto ai vari indirizzi che avevamo. Tutto questo era a nostre spese, ma ne fummo ripagati, poiché le nostre missive riuscirono a sensibilizzare altre regioni, che diedero vita a nuove sezioni di URTLO. In un’assemblea a Napoli, nel 1981, ci unimmo in UNTLO.
Per un fortuito incontro con un dirigente di AITLO, associazione del Nord, ci invitarono a unirci a loro. In risposta, chiesi che fossero loro a unirsi a URTLO. Seguì un periodo di riflessione e chiarimento. Si pensò che, unendo AITLO con i suoi congressi culturali e innovazioni, e URTLO con la sua rivista politica e informazioni aziendali, avremmo beneficiato l’intera categoria. Così, il 20 ottobre 1982, in un’assemblea congiunta di AITLO e UNTLO, nacque ANTLO.
Nel corso del tempo, abbiamo abbattuto molti ostacoli, anche se non sono mancate nuove adesioni e abbandoni. Alcuni hanno scelto un’altra filosofia, altri perché pensavano di risolvere i propri interessi personali, altri ancora per ambizione, rivalità, invidia o egocentrismo, formando piccoli e sparuti gruppi con l’unico risultato di creare confusione e incertezza nella categoria.
Sono stato un po' prolisso, ma da “nonno” volevo farvi conoscere la vostra storia e la vostra famiglia. Noi comunque “IAM SEMPRE CHIÙ NNANZ”, ricordando il vostro primo presidente e pioniere, Eros Taussi.
Come odontotecnico e come uomo, mi sento profondamente oltraggiato da quei colleghi che, cambiando bandiera, sputano nel piatto in cui hanno mangiato. Privi di etica e dignità, denigrano i colleghi, comportandosi come bambini che disturbano gli altri mentre giocano, cercando di inserirsi o sovrapporsi per imitarli. Come diceva Totò: "Siamo uomini o caporali?" e ancora "Quaraquaqua’". Questi comportamenti non sono certo un buon esempio o insegnamento per i nostri giovani.”
 
 

 

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