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IAm2018: Roberto Rosso al 1° Memorial Dino Malfi
La serie di news pubblicate su questo sito per presentare l’International ANTLOmeeting 2018 si è aperta (https://www.antlo.it/Nazionale/Notizie/Attualita/IAm2018_Memorial_Dino_Malfi_Tavola_Rotonda-1907)
con la Tavola Rotonda che si terrà sabato 29 settembre con i rappresentanti del Dott. Iandolo (CAO-FNOMCeO), della Dott.ssa Pamich (UNIDI), della Dott.ssa Micarelli (AIOP), di Mauro Marin (ANTLO) e nella quale è prevista la partecipazione della Dott.ssa Marletta del Ministero della salute.
Oggetto della Tavola Rotonda: i dispositivi medici su misura e la tutela della salute dell’utilizzatore finale oltre alla difesa dello spazio professionale degli odontotecnici.
Ma il 1° Memorial Dino Malfi - come quest’anno si configura l’interessante spazio sindacale dell’International ANTLOmeeting - si apre con una relazione di Roberto Rosso, Presidente di Key-Stone, l’Istituto di ricerca più noto e autorevole nel settore dentale che presenterà i risultati di alcune ricerche che non poco riguardano da vicino la produzione di dispositivi medici su misura e quindi il comparto odontotecnico.
Raggiungiamo telefonicamente Roberto Rosso mentre sta seguendo uno stage di studio a Brighton in Inghilterra per avere alcune anticipazioni sulla relazione che terrà a IAm2018.
Qualche settimana fa, Key-Stone ha presentato i risultati di una ricerca sul mercato odontoiatrico con particolare riferimento – seppur non esclusivamente – alla situazione dell’industria dentale, da dove emergono dati davvero preoccupanti per l’odontotecnica italiana.
“Siamo infatti in presenza del forte consolidamento di fenomeni già indagati nel recente passato da Key-Stone e presentati dal sottoscritto nel Convegno ANTLO della primavera 2016 all’Auditorium del Ministero della salute. Oggi quei dati vanno rivisti in termini dimensionali e non possono essere certamente classificati tra le positività per l’odontotecnica italiana.”
Negli anni scorsi gli indicatori sembravano volgere al bello sul piano degli accessi alle cure odontoiatriche che sono l’unico vero motore dell’intera filiera del dentale.
“In effetti abbiamo avuto una ripresa nel periodo 2015-2016 dovuta al ritorno della popolazione alle cure odontoiatriche dopo un periodo di forte crisi, ma l’intervallo 2009-2017 rivela una situazione stagnante. L’industria dentale registra una significativa performance positiva, una sorta di crescita esponenziale, con un +50% in nove anni passando da un valore di 600 milioni nel 2009 a quasi 950 milioni e la prospettiva di arrivare ad 1 miliardo nel 2018. Risultati dovuti non certamente alla domanda interna ma all’export.”
Sul piano interno quindi una situazione stagnante.
“Per l’industria, vero e proprio paradigma della situazione del dentale italiano, tutti i settori sono in calo o stagnanti rispetto a nove anni fa salvo che in due campi: quello delle tecnologie digitali e quello della produzione di dispositivi medici su misura che ormai rappresenta una significativa area di business. Siamo cioè in presenza di un fenomeno di sostituzione da parte dell’industria del comparto odontotecnico, soprattutto di quello meno strutturato, che viene sempre più bypassato dalla relazione diretta studio odontoiatrico-industria. Fenomeno non solo italiano ma che si sta verificando anche in altri Paesi.”
Questo pone sia un problema di concorrenza sleale, sia soprattutto di garanzia dei RESS (Requisiti Essenziali di Sicurezza e Salute) per gli utilizzatori finali per cui gli odontotecnici devono rispettare da oltre venti anni specifici e onerosi adempimenti ed obbligazioni in virtù di un complesso contesto normativo.
“Le industrie e i centri di fresaggio più importanti sono certamente allineati alle normative vigenti, ma ciò non toglie la possibilità di produrre anche in “aree grigie”, spesso extra UE, con dispositivi che sono certificati grazie a odontotecnici e/o laboratori compiacenti che si assumono responsabilità di altri e più forti soggetti, ma anche di completa evasione delle norme. In definitiva bisognerebbe riconsiderare il concetto stesso di “tracciabilità” che dovrebbe ormai garantire l’origine a monte del dispositivo e non il termine del processo di produzione dello stesso. Ormai l’industria non produce solo semilavorati che poi vengono finalizzati dal clinico, ma l’intero dispositivo. Questione epocale per l’odontotecnica italiana che si sta sempre polarizzando in una sorta di darwinismo aziendale, con i più grossi laboratori che tendono a sopravvivere e quelli meno dimensionati a scomparire”
Ogni fase della Rivoluzione Industriale (ed oggi siamo alla “quarta”) si è caratterizzata anche e soprattutto per il fenomeno del “labour saving”, comprimendo certe produzioni tradizionali sino anche a distruggerle e facendone nascere di nuove, ma il tutto deve avvenire garantendo la salute dell’utilizzatore finale del bene e/o servizio interessato.
E se ciò è vero come è vero, a maggior ragione deve valere nei settori della salute come il dentale. La difesa dello spazio professionale degli odontotecnici italiani passa quindi inevitabilmente dalla difesa della salute del paziente, strada sulla quale si è avviata da qualche tempo ANTLO ricercando e favorendo le necessarie sinergie fra tutti i soggetti interessati: Istituzioni, industria, società scientifiche e odontotecnici.
A IAm2018, il 1° Memorial Dino Malfi si muove in questa direzione.