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Ecco perché il riconoscimento della professione sanitaria passa dal Senato e non da altre vie
Il 2022 potrebbe essere davvero l’anno giusto per il riconoscimento della professione sanitaria per gli odontotecnici: la situazione attuale e cosa sta accadendo al Senato in questi giorni
ANTLO da sempre sostiene che il riconoscimento dell’odontotecnico come professione sanitaria è un passaggio fondamentale per l’ottenimento di una rappresentanza politica e sindacale correttamente collocata all’interno del comparto al quale realmente gli odontotecnici di tutta Italia appartengono. Si tratta di una questione non solo di mero prestigio, quanto di reale esigenza di essere rappresentati sui tavoli giusti con gli interlocutori competenti.
Per questo motivo vi diamo notizia di un evento davvero importante in quanto Domenica, 16 Gennaio 2022, al Senato è stato presentato, da parte di diversi senatori della Repubblica, un nuovo Disegno di Legge per l’istituzione della professione sanitaria di odontotecnico. Si tratta di un passaggio importante in quanto è il secondo ddl analogo, dopo quello presentato già a maggio del 2021 e sono diversi i motivi che portano a pensare che questo fatto possa segnare un momento decisivo per il riconoscimento professionale: anzitutto il fatto che i due atti sono stati presentati a distanza di poco tempo e da rappresentanti dell’uno e dell’altro schieramento politico (leggasi ampio e diffusi consenso) e poi il fatto che uno di questi, quello di maggio, è firmato dalla Senatrice Paola Boldrini, Vice Presidente della Commissione Igiene e Sanità Pubblica.
Ma perché si è giunti proprio alla redazione dei disegni di legge, anziché percorrere altre vie, come quella di un percorso accademico specifico nel solco della strada tracciata dalla Legge Lorenzin in materia di riordino delle professioni sanitarie? Questo articolo intende spiegare proprio questo.
Ebbene, prima di addentrarci nella spiegazione è doveroso fare una premessa: questo non è il solito articolo sul riconoscimento professionale degli odontotecnici. Certo, di solito nelle prime righe, nel cosiddetto “attacco” di un pezzo, si dovrebbe spiegare di che cosa parli quel pezzo, non di cosa non parli. Invece, almeno per questa volta, abbiamo deciso di cambiare questo paradigma giornalistico immaginando che, già solo leggendo il titolo, qualcuno potrebbe aver alzato gli occhi al cielo e pensato “Ecco che ci risiamo con questa storia! Tanto non accadrà mai”.
Dunque, in questa sede non intendiamo ripercorrere per l’ennesima volta le tappe che dal Regio Decreto di quasi un secolo fa ci hanno portato alla situazione odierna. Sarebbe una cronologia quantomeno tediosa e fine a se stessa. Né tantomeno è nostra intenzione esplorare ancora una volta le motivazioni per cui gli odontotecnici meritano quel riconoscimento della professione sanitaria che da tanto tempo inseguono. Riteniamo che il nostro pubblico, queste motivazioni, le conosca fin troppo bene.
Quello che cercheremo di fare invece, sarà ben diverso: tenteremo di spiegarvi perché questo preciso momento storico potrebbe essere quello giusto per ottenere il riconoscimento e che cosa è cambiato rispetto al passato. Cosa bolle in pentola e cosa c’è di nuovo fra gli ingredienti che bollono.
Come molti sapranno nel 2018, con l’introduzione della Legge n. 3 del 11/01/2018, la cosiddetta “Legge Lorenzin”, che trattava proprio il riordino delle professioni sanitarie e tecniche, furono fatti dei tentativi di presentare un’istanza relativa alla “questione odontotecnica”. Per completezza e per capire meglio come stanno le cose, è necessario qui riportare rapidamente il procedimento previsto da questa legge per il riconoscimento di un profilo professionale. Ebbene, l’iter è formato fondamentalmente da tre tappe: l’istanza deve essere sottoposta dapprima al Ministero della Salute. Una volta valutata tale istanza, il Ministero lo sottopone al parere del Consiglio Superiore di Sanità il quale, dopo averlo a sua volta valutato, lo fa approdare alla Conferenza Stato-Regioni che deve aprire una discussione e decidere se accogliere l’istanza o meno. Questo è il funzionamento del Decreto.
Subito dopo l’approvazione della Legge Lorenzin fu sottoposto all’iter che abbiamo appena descritto, un'istanza che riportava il profilo professionale dell’odontotecnico così com’era stato già preparato nel lontano 2007. Il risultato è stato che questo profilo ha superato i primi passaggi al Ministero e al CSS, ma è stato bocciato all’ultimo passaggio alla Conferenza Stato-Regioni.
In seguito sono state presentate ancora due ulteriori istanze aggiornate che sostanzialmente, al netto di mere modifiche formali, riproponevano il profilo del 2007, ma in questo caso le istanze non hanno superato nemmeno il vaglio del Ministero della Sanità, il quale in queste occasioni si è avvalso del parere tecnico da parte del GTO, il Gruppo tecnico sull’odontoiatria (formato da odontoiatri) che, in maniera quantomeno discutibile, non ha ravvisato alcuna necessità nell’introduzione di una nuova professione sanitaria sovrapponibile con la figura già esistente dell’odontoiatra.
Oltre all’iter procedurale, un altro aspetto che desta particolare attenzione per gli odontotecnici, è in particolare uno dei requisiti che la Legge Lorenzin richiede come condizione necessaria (ma non sufficiente) di un profilo professionale che spera di superare tutto il procedimento, ossia il possesso di un titolo universitario appartenente alla Facoltà di Medicina o ad esso correlato.
Come sappiamo, non esiste un vero e proprio percorso accademico dedicato all’odontotecnica e così, nell’ottica di seguire i dettami della Legge Lorenzin si è cercato in questi anni, un po’ affannosamente di “trovare una casa” in altri percorsi che potessero essere affini. In realtà è emerso che, semplicemente, non è affatto scontato individuare questo percorso senza finire in ambiti professionali completamente diversi. Ricordiamo che il percorso deve appartenere alla Facoltà di Medicina (o deve essere correlato ad essa) e quindi esclude tutta una serie di percorsi come, a titolo meramente esplicativo e non esaustivo, quello in Ingegneria Biomedica, che appartiene appunto alla Facoltà di Ingegneria.
Ricapitolando quindi e tornando alla metafora degli ingredienti che bollono in pentola, abbiamo due elementi importanti da considerare: la questione del titolo universitario e il semplice fatto che l’istanza per il profilo professionale dell’odontotecnico è stata già presentata e bocciata più volte, vuoi per resistenze nella Conferenza Stato-Regioni, vuoi per la posizione assunta, probabilmente sulla base di ragioni anche storiche, dal Gruppo tecnico sull’odontoiatria cui, a torto o a ragione, si è rivolto il Ministero della Salute. Arrivati a questo punto appare quantomeno pretenzioso sperare che, presentando una nuova istanza per lo stesso profilo, allo stesso Ministero, si ottenga un risultato diverso. Per citare Einstein “Follia è fare la stessa cosa aspettandosi risultati diversi”. Occorrerebbe quindi un elemento di novità da aggiungere a quel famoso profilo del 2007, che giustifichi la presentazione di una nuova istanza, ma al momento nessuno lo ha individuato.
Del resto se quel profilo è già valido, come è opinione diffusa che lo sia, ha poco senso cambiarlo al solo fine di venire incontro a una necessità che potremmo definire essere molto tecnica. In quest’ottica ANTLO e le altre associazioni di categoria hanno scelto una strada diversa: grazie all’aiuto di un consulente specializzato in questo specifico settore, il Dott. Saverio Proia, e all’impegno della Senatrice Paola Boldrini, Vice Presidente della Commissione Igiene e Sanità Pubblica al Senato è stato presentato al Senato, a Maggio del 2021, un Disegno di Legge. La motivazione di questa mossa ricade nel delicato dedalo delle gerarchie normative e dei meccanismi legiferanti. Per semplificare si può dire che, se un Disegno di Legge che istituisce una determinata professione sanitaria viene convertito in Legge dello Stato, a quel punto non è più necessario seguire l’iter di approvazione imposto dalla Legge Lorenzin, in quanto la questione non sarebbe più quella di far riconoscere un profilo come professione sanitaria, quanto quello di adeguare il Decreto Lorenzin con quanto istituito da un altro atto con forza di Legge già deliberato al Senato.
Questo è dunque lo strumento che si è deciso di usare e questo è anche il momento giusto per usarlo, dato che esiste anche una volontà politica che va dal Ministro Speranza al sottosegretario di Stato Sileri, di completare urgentemente quel riordino delle professioni sanitarie, dato che a questa e altre operazioni sono legate a doppio nodo con le vicende del fondo Next Generation EU. In altre parole, anche in questo ambito la diffusa espressione “Ce lo chiede l’Europa” si coniuga con l’esigenza di sbloccare quei fondi europei che, come è noto, sono stati stanziati per il nostro Paese ed è proprio per questo che la politica si sta muovendo per chiudere quelle questioni rimaste irrisolte, fra cui appunto il riordino delle professioni sanitarie.
Sia chiaro che questa non è una questione ideologica, non è una mera rivendicazione atta a “piantare la propria bandierina”. Il riconoscimento professionale non è solo un mero traguardo per il prestigio. Si tratta di affermare la propria appartenenza ad un comparto e vedersi riconosciuti come una parte importante di quel comparto. Importanza che non viene messa in discussione da nessuno, nemmeno da quegli odontoiatri che magari ogni tanto, esprimono delle posizioni un po’ desuete circa la necessità di combattere fenomeni come l’abusivismo, fenomeno peraltro condannato con forza anche da ANTLO, perché il punto non è mettere le mani sul paziente; la tecnologia oggi permette di lavorare anche fuori dallo studio.
Come dicevamo all’inizio, il riconoscimento professionale dunque è visto da ANTLO come il riconoscimento della professione odontotecnica nella sua naturale e già riconosciuta importanza ed è giusto che sia così anche per essere rappresentati poi nei tavoli giusti, insieme alle altre professioni del comparto, sia in ambito sindacale che politico.
Per la prima volta quindi, dopo quasi un secolo, gli odontotecnici con questo Disegno di Legge si trovano al momento giusto con “l’atto giusto” ed è per questo che si può confidare in una svolta che potrebbe davvero essere prossima.
Continuate a seguirci per conoscere gli sviluppi della vicenda.